martedì 17 maggio 2011

Casualità/Causalità

Ore 15,30. Dopo mezz'ora di pisolino pomeridiano ero ancora più sfatta che mai.
Mi alzo, di fretta. Ho la faccia simile a quella di un drogato in overdose. Stupida allergia, stupido sonno. Stupida me che mi riduco sempre all'ultimo a fare le cose.
Ebbene, cerco i primi vestiti che trovo nell'armadio, mi sistemo i capelli e vado alla ricerca di qualcosa da bere in frigo: Energade al limone. La mia nuova droga, dopo la disintossicazione da Estathè alla pesca.
Metto in una borsa libro e quaderno di matematica. Merda, mi sono dimenticata di fare degli esercizi che la professoressa di ripetizioni mi aveva assegnato. Vabhè, mi invento una palla.
Esco di fretta. Ore 15.46. In quasi perfetto orario contando che le ripetizioni erano alle 16.
Alla fine della via noto la mia vicina di casa assieme ad una vecchietta più vecchia di lei.
Saluto, indifferente. Ero piuttosto di corsa e con il fiatone.
Faccio due passi e sento "Dì Perla, ma mica devi andare a Casale adesso?"  Terrore. Cosa mai vorrà da me? Cosa faccio, rispondo? Dico la verità? Oppure scappo mettendomi ad urlare?
Ho optato per l'opzione "brava ragazza" e le ho detto la verità: "sì, alle 16 ho ripetizioni di matematica."
E lei di tutta risposta "Oooh, bene, non è che ti dispiacerebbe portare questa signora a Casale? sai.. Ha perso la corriera..."  Maledetta vecchiattina. Col cavolo che ti ci porto a Casale. Il mio animo da ex-boyscout però ha predominato su quello da acida antipatica e così ho acconsentito. 5 minuti solo per riuscire a farla salire in macchina.Ce la faccio a partire e la vecchia inizia  a fare domande del tipo "Da quanto hai la patente?". Passano delle macchine ad una velocità media, ok, forse un po' veloce per il centro paese, ma comunque una velocità accettabile. "Eh ma spo nen, van sempre trop fort !". Ho capito così che avrei dovuto andare ai 50 all'ora fino a Casale, non volevo avere un vecchia sulla coscienza.
Mi fa di lasciarla in Corso Valentino che lì sarebbe andato benone.
Perfetto. In ritardo ormai ci ero già. Poco importa.
Mi parla in dialetto, non capisco niente. Dice di conoscere la mia famiglia, è una minaccia? Poi mi da del Lei, che esagerazione.
La lascio dove la Coop. Mi dà 5 euro in moneta di mancia e la promessa di una preghiera a mio favore. Cara, và.
Bene, fatti nemmeno 100 metri è capitato il misfatto.
Si accende la spia della batteria, la macchina si spegne e lentamente rallenta fino a fermarsi, per fortuna a bordo strada.
Panico e paura.
Faccio per riaccenderla ma niente. Riprovo. Nulla. Nisba. E' ufficialmente la fine.
Chiamo mio padre disperata con il mio solito "PAPAAAAA' "  lamentoso. "mi si è rotta la maaaacchinaaaaaa", quasi piangendo. Il suo ingenio ha suggerito che ero rimasta senza benzina. "ma figurati" gli ho detto "è rinserva, sì, ma figurati se è per quello. Dura sempre un sacco quand'è in riserva".
Morale: mio padre aveva ragione, come al solito. Ma giuro, non è colpa mia se sono rimasta senza carburante. Il benzinaio l'ha detto, è un difetto di fabricazione della mia macchina, non è la prima volta che capita. In poche parole, papà, la prossima volta, comprami un Porche.
Alla fine però ho saltato ripetizioni. Presa dalla disperazione (aspettando che mio padre arrivasse con una tanica di diesel) mi sono messa sdraiata sui sedili a studiare i limiti. maledetti, vi odio.
Causalità/casualità. Questione di karma, credo.
Vecchia, non so come ti chiami ma ti conviene farla per davvero quella fantomatica preghierina. O mi avrai sulla coscienza la prossima volta.